29 juin 2006

France-Espagne 3-1


Merci les gars, merci ! (Binome)

28 juin 2006

Notizie da Esfahan


Ciao a tutti.
Questa volta un poco piu' in forma. Ho passato due giorni a Esfahan,
citta' meravigliosa a sud di Teheran. E' molto bella innanzi tutto perche'
un bel fiume la attraversa, fiume molto molto vissuto dalla gente locale
che ai bordi di questo, in meravigliosi giardini, usa fare giganteschi
pic nic famigliari che cominciano nel tardo pomeriggio e continuno per
tutta la notte. Insomma una vita notturna come non avevo piu' visto da
Istanbul in poi. In ogni anfratto le persone stendono tappeti, siiii tappeti,
appoggiano fornelletti e preparano da mangiare, intanto qualcuno dorme,
altri cchiacchierano magari sorseggiando the ecc. E questo succede
tutte le sere. Questo fiume e' attraversato da diversi ponti tra cui alcuni
antichi e due nello specifico sono meravigliosi, tutti ancora utilizzati.
Ovviamente in uno di questi che e' su due livelli nella parte inferiore
dove ci sono file di colonne le persone stendono il loro bel tappeto
e viaaaa un bel picnic! Fantastico!
La citta' e' molto verde e ci sono dei bei parchi, dove ormai avete
capito anche voi la gente stende il tappeto e......
Ma il vero capolavoro di Esfahan e' Imam Square, un gioiello.
E' una gigantesca piazza con delle vasche d'acqua nel centro attorno
c'e del prato (anche qui tappeto e via.....) e ai lati e' chiusa da un
colonnato su due livelli, ma tutto questo in grandi dimensioni.
Sulla stessa piazza si affacciano un bellissimo palazzo su piu' livelli
con dei soffitti decorati meravigliosi, una terrazza che si affaccia
sulla piazza e all'ultimo piano dei soffitti traforati, come se fosse
un centrino con una controsoffittatura, una cosa stranissima,
ma molto d'effetto.
Altro edificio strabiliante e' una piccola moschea, con una cupola
piastrellata a motivi floreali e all'interno completamente piastrellata
sui toni del blue verde e giallo. Mi sono ritrovata a stare sola li dentro
per diversi minuti e mi sono sentita in estasi.
Ma il vero capolavoro e' un'altra moschea, Imam Moschea, grandissima
con una cupola immensa e un ingresso trionfale.
All'interno c'e' un grosso cortile aperto e quattro cupole che si
affacciano su di esso (uso termini poco mussulamni per descrivervi
tutto cio' solo per rendere piu' facile il tutto! tutte queste cose
nell'architettura islamica hanno altri nomi). Il tutto pistrellato anche
qui con toni blu/verde/giallo. Questo edificio e' gigantesco e lascia
addosso una sensazione universale da riempire il cuore. Mi sono commossa
fino alle lacrime, nel mio piccolo vagabondare, e' senza dubbio una delle
piu' belle cose che ricordi di avere mai visto.
Ieri sera abbiamo cenato in un ristorante all'aperto a lato della cupola
della prima moschea, credo che una vista cosi' non mi capitera' mai piu'!!
Questa mattina sono partita per Shiraz, dove sono ora. Elisa invece e'
andata in un'altra citta, che poi faro' anch'io. Ci siamo divise perche'
abbiamo un differente numero di giorni a dispozione in Iran.
Per il momento qui ci sono arrivata, vediamo poi che succede.
Muoversi qui e' molto molto economico, per esempio per un viaggio
di 8 ore in pullman pago dai 2,5 euro a volte 3. Lo stesso per mangiare,
il ristorante di ieri ci e' costato la bella cifra di 3 euro a cranio, e vi assicuro
che mangiamo. Ancora adesso rimango strabiliata quando mi portano il conto,
penso sempre di avere fatto male i conti e che sono 30 euro e non 3, invece...
Adesso me ne vado bella bella (ma sempre sudata) a mangiarmi qualcosina,
cosi' mi faccio un bel giretto a piedi per la citta'.
Vi bacio tutti tutti.
Saimonett

p.s. che fine a fatto il mio gatto?

26 juin 2006

La doppia vita di Teheran


Ciao.
Che caldo ragazzi, non potete immaginare. Lo so che anche
da quelle parti la temperatura e' salita, ma vorrei condividere
con voi lo stesso questa pena.
Siamo state a Tehran per tre giorni e devo dire che e' stato un
bel respiro. La citta' e' come potete immaginare gigantesca,
15 milioni di abitanti e si differenzia molto tra la parte sud,
sul piano a la parte nord che invece si arrampica, nel vero senso
del termine, sulle montagne alle spalle. Abbiamo alloggiato in
un vecchio albergo anni '50 che da allora non ha cambiato mobilia
e tantomeno personale che con l'albergo e' cresciuto
e invecchiato. A fianco dell'albergo, con lo stesso nome, c'era un
bellissimo caffe' bohemien, stile belle aurore in versione iraniana.
Anche in questo caso camerieri e locale sono cresciuti insieme.
Tehran non e' una bella citta', molto chiassosa, terribilmente trafficata,
afosa in questa stagione. E' una citta' esplosa urbanisticamente
senza crescere attorno ad un centro storico che peraltro
non esiste, per cui e solo un gigantesco centro urbano.
Pero' e una citta' interessante. Innanzi tutto le persone, si percepisce
una caricata gioventu'che potrebbe esplodere da un momento
all'altro, cosa fondamentale per l'Iran. Le persone sono ovviamente
piu' cittadine e finalmente noi ci siamo un poco piu' rilassate,
probabilmente perche' piu' anonime. L'ultima sera, grazie alla
mitica Lorenza (Yuppi!!!) ci siamo viste con una giovane signora
di Tehran, che parla l'italiano. Manas (molto bella), questo e' il suo
nome, e' fantastica, tosta da far paura e ovviamente ci ha raccontato
un sacco di cose, scorazzandoci per la citta' con la sua guida folle.
Apro una piccola parentesi a proposito della guida in Iran:
avete presente Napoli? Ecco, credo che anche un napoletano da queste
parti potrebbe avere srri problemi. Qui non esistono precedenze
e semafori verdi. I pedoni vengono comunque presi di mira, con o senza
semaforo a loro favore. Le auto si fanno dei peli tra di loro evitandosi
comunque sempre, che mi fanno ogni volta invecchiare di 5 anni;
ora ne ho 1697!!!.
Tornando a Manas tra le cose interessanti che ci ha raccontato
e' la descrizione della doppia vita che conducono gli abitanti
di teheran, nello specifico.
Una e' la vita fuori casa, tutti controllati e rispettosi delle regole,
nell'abbigliamento, nell'alcool e altro. Poi c'e' la vita all'interno
delle mura domestiche che e' tutt'altra cosa. La gente si ritrova
nelle varie case, organizzando festoni, divertendosi allegramente
e alcolicamente, in abiti "civili".
Tutti ovviamente sanno di questi incontri, ma tutti fanno anche
finta di niente. Praticamente una doppia vita!
Oggi siamo arrivate a Esfahan, citta che ci dovrebbe offrire bellezze
antiche sfarzose.
Come sempre vi mando un bacio. Questa mail fa un poco schifo
ma sono un po stanca e volevo scrivervi lo stesso. Mi mancate.
Baciolo
S.

Dimanche : à Rocchetta



Une journée tranquille à Rocchetta acoté de Ventimille,
dans la petite maison de Colette.

Samedi soir : La St. Jean


Fête de la St. Jean. Nous avons fêtez
avec une venteine de personnes.
Les hommes et les enfants ont sautet le feu.

Vendredi soir : Picnic à Cap Ferrat

20 juin 2006

In Iran


Cari tutti,
siamo uscite dalla Turchia e ora siamo in Iran. L'ultima volta
che ci siamosentiti eravamo a Erzurum, la citta' non e' niente
di speciale e dopo due giorni siamo ripartite alla volta di Dogubayazid,
che spero di avere scritto correttamente. Questa e' una bruttina
citta' di frontiera, una citta' per fricchettoni. Non ci sono grandi
motivi per visitare questa citta' se non per: scalare il monte Ararat,
che incombe con la sua gigantesca presenza, vedere il confine
iraniano e poi tornare indietro (che sballo!!!) oppure come nel nostro
caso andare in Iran. Per il resto la citta' non offre altro.
A parte un bel palazzo antico situato su una collinetta che domina
tutta la pianura.
L'arrivo a Dogubayazid e' stato emozionante, da quando si comincia
a vedere la cima dell'Ararat non riesci piu' a staccare gli occhi da li'.
La montagna supera i 5000 metri, ma la cosa strana e' che appoggia
su una pianura, per cui si vede tutta la sagoma del monte
(che e' composto in realta' da due vette) per intero.
Dopo due giorni a Dogubayazid, finalmente il grande momento,
confine iraniano. Malgrado tutte le cose scritte e riferite sulla dogana
iraniana, passare quel confine e' stato piu' semplice che passare
il confine svizzero di Ponte Chiasso. Alcune domande, timbro e via,
sei in Iran. Il dramma ovviamente e' il fantastico velo che poggia
sulle notre teste da quel di'. Ho sempre pensato che avrei avuto
problemi psico morali nel vestirmi come una tonta con camicioni e velo,
invece il problema e' di tipo fisico: fa caldissimo. Le maniche devono
essere lunghe, il velo deve coprire il mento almeno, meglio se anche
il collo e la camicia deve superare il sedere. Il primo giorno eravamo
a Tabriz e dopo un giro al Bazar di mattina siamo dovute correre in
albergo per spogliarci, era impossibile reggere. Poi, anche un po'
per sfinimento, abbiamo deciso di vestire piu' easy, quindi velo bianco,
maniche un poco tirate su e collo in vista. Per il momento non
ci hanno ancora fermato e quindi proseguiamo.
Ovviamente questo nostro bizzarro abbiglimento porta tutte,
proprio tutte le persone che incontriamo in affollatissime strade,
a osservarci ossessivamente, e non solo uomini grandi e piccini, ma tanto
di piu' le donne. Noi non ci possiamo fare nulla, solo in questo modo
le cose per la nostra testa vanno meglio.
A Tabriz siamo andate anche al cinema, sabato sera.
Dunque funziona cosi':la gente entra ed esce in continuazione
in ogni momento del film, risponde al cellulare senza problemi, chiacchiera
come se fosse al mercato e mangia di tutto provocando ogni tipo
di molesto rumore. Il film era stupidino, magari i dialoghi erano strepitosi,
ma ne dubito, peccato fossero in farsi. Una storia del put dove solo
la donnina fatina, mammina e chioccia avra' un uomo (patatone e deficiente!!!)
nella sua vita. Vi lascio immaginare... Comunque interessante,
almeno abbiamo visto differenti modi di allacciarsi il velo.
Ora siamo a Zanjan, paesone terrificante con mentalita' paesana da paura.
Siamo qui solo perche' oggi abbiamo fatto una gita in un villaggio qui vicino
dove sorge un bellissimo mausoleo e una tomba di arte mongola.
Domani partiamo per Tehran, finalmente una citta' ho voglia
di respirare aria (inquinata) di citta' vera.
Vi scrivo presto e vi penso tutti.
Un bacio
S.

p.s. cara Simona, mi spiace ma qui le tastiere non hanno piu' problemi di
Y. Che facciamo?

18 juin 2006

Rencontre du 3ème type au col de Braus


Bus "Pampus",
classe 1966,
44 places assises,
longueur 8,00 m,

C'est pas un Matchbox ...
c'est un vrai, avec deux hollandais dedans
qui voyagent ainsi partout en Europe

hum ... c'est bon la glace


Après un mois d'absence ... re-voici Emile
grand mangeur de glace après papa !

15 juin 2006

Jp et Colette/37 ans de mariage

Picnic Kurdo


Cýao.
Vý scrývo da Erzurum che sto per lascýare ýn dýrezýone est,
ormaý verso ýl confýne con l'Iran.
Sýamo arrývate qua dopo aver passato un bel fýne settýmana a Van,
un vero week end dý relax. Da quando sýamo partýte la nostra výta
mondana ha toccato deý lývellý verso ýl basso che neanche neý mýe
momentý down a Mýlano ho maý sfýorato.
Insomma le serate quý non e che sýano un gran che, le persone non
fanno altro che passeggýare ma poý alle 22 tuttý a nanna e cýao.
Invece a Van cý sýamo ýnfýlate ýn un bar, ýl Barabar, che consýglýo
vývamente nel caso foste da quelle partý, dove c'era musýca (curda!)
dal vývo. I ragazzý suonavano veramente bene, specýalmente uno
che suonava uno strumento týpýco turco (mý hanno detto ýl nome
almeno 18 volte e per altrettante me lo sono scordato!).
E uno strumento a corde, per chý lo conosce e quasý come ýl bouzuký
greco, solo un po pýu pýccolo. Insomma una specýe dý chýtarra
con la cassa gonfýa. Su alcune musýche sý poteva anche ballare, e mý
pento un sacco dý non essermý lancýata. Solo che le danze curde
prevedono deý passý ben precýsý. La gente sý týene unýta con ý mýgnolý
tra dý loro e muovono ý pýedý con passý regolarý. Anche solo vederlý
e uno spettacolo, certo lo e dý pýu danzare con loro, ma va be saro pýu
coraggýosa nella prossýma occasýone.
Nel locale c'era un sacco dý gente, come dýre la bella gýoventu, quella che
fuma un sacco e beve anche alcool, un po' come da noý. Peccato solo
che Io ed Elýsa sýamo sempre le unýche donne ýn gýro da sole,
generalmente anche le ragazze pýu emancýpate sono sempre ýn gýro
con uomýný, fýdanzatý fratellý o amýcý che sýamo, ma maý sole.
Bella seratýna, sýamo anche andate a dormýre dopo l'una, cosa asssaý rara!
Il gýorno dopo sýamo andate a farcý la domenýca al lago. La cosa
curýosa e che Van, che da anche ýl nome al lago, non e sul lago.
Per raggýungerlo býsogna prendere un taxý collettývo che dopo
20 mýnutý tý porta ad un paesýno, che non e sul lago e da lý altrý
10 mýnutý e arrývý al prýmo ed unýco molo per prendere un mýcro
traghetto (10 mýnutý dý výaggýo) per andare su un'ýsoletta dove c'e
una bellýssýma chýesa con paretý esterne scolpýte e una collýnetta
con mandorlý e tavolýný e un sacco dý gente che cucýna l'unýverso per un
perfetto pýc nýc domenýcale, ýnsooma come da noý.
Gýornatýna dý relax dove Elýsa ha fatto ýl bagno nel lago (ýo no perche
sono schýzzýnosa o forse perche ho výssuto troppo tempo al lago per
farcý ýl bagno!) e ýo ýnvece mý sono fatta un lunga scarpýnata
(dýcýamo pratýcamnte arrampýcata) alla cýma e... c'erano la uova
dý gabbýano e ý pýccolýný tuttý pýumosý... e ý gabbýaný genýtorý
ýncazzatý nerý urlantý.
La sera cotte sýamo ovvýamnte svenute nel letto.
Il gýorno dopo sýamo partýte per Erzurum. Il výaggýo e stato bello,
per moltý trattý sý costeggýa ýl lago, campý ýmmensý dý fýorý blu
o papaverý rossý ýl lago celeste e sullo sfondo ýl monte Emrut
con la neve sulla cýma. E poý montagne e gole. La turchýa offre
deý luoghý veramente ýncontemýnatý spazý gýganteschý dove per
kýlometrý e kýlometrýo non vedý che netura, credo che ýn ýtalýa non
esýstano sýtuazýoný dý cosý grandý vastýta naturalý.
Peccato solo che passý pratýcamente un sacco dý controllý mýlýtarý con
controllo passaportý, controllo bagaglý, la sýtuazýone e molto fastýdýosa.
Mý ýmmagýno come deve sentýrsý la gente del luogo che per passare
da una cýtta ad un'altra sý deve sentýre cosý controllata.
Ierý gýretto per la cýtta, che non e un gran che anche se e nel centro dý
un altopýano con la pýanura ýntrorno e le montagne sullo sfondo.
Magarý vý rýscrývo prýma dý entrare ýn ýran, non sý sa maý.
un bacýo
Saýmonett

13 juin 2006

Da Malatia a Van


Rýeccomi.
Ýnizio chiedendo scusa per la tipografia fantasy che trovate
leggendo le mie mail, le tastiere turche hanno la doppia Ý,
con punto e senza, insomma un gran casino.
Siamo arrivate a Van, sull'omonimo lago, gigantesco, praticamente un mare.
Ý giorni passati sono stati decisamente varii.
Da Malatya siamo andate a vedere ''sassi''. Un viaggio allucýnante,
abbiamo dovuto cambiare per tre volte il taxi collettivo, un caldo torrido,
6 ore di viaggýo (Ok un meraviglioso paesaggio), insomma
il tutto per arrivare ia cýma ad un monte, dopo altri 20 mýnuti di furgone
e altrettantý a pýedi dý gradoný dý pýetra, e... trovarcý ben 10 sassý scolpýtý
con facce dý anýmalý e persone altý sý e no 1 o 2 metri, ma molto
molto deludenti. Le nostre aspettative erano ben superiori e pensavamo
che la nostra stanchezza sarebbe stata ben ripagata, invece...
Per concludere questa simpatýca gýornata ci sýamo rýtrovate a dormýre
in un posto squallido con proprýetrio ancora pýu squallýdo, se possýbile,
insomma un po maniaco: Elisa, ýo, ýl maniaco e il suo aýutante
un poco pýcchýtello tutti insieme a dormire sul cucuzzolo della montagna.
Uno strazýo!!
Il gýorno dopo questa frizzante giornata siamo scappate di nuovo a Malatya
e da lý, ýl giorno dopo ancora partite per Diyarbakýr.
Per raggýungere questa cýtta ýn zona curda si passa prartýcamente
una frontýera di solo controllo documenti da parte deý mýiýtari,
sý vede molto esercýto ovunque, ma la cýtta e' un incanto.
Il centro e' cýrcondato da mura antýche con torrý e da un lato scorre
ýl fýume týgrý. Dall'alto delle torrý sý vede un panorama mozzafýato
verso la Mesopotamýa, ýnsomma al lýmýte delle lacrýme, tutto cýo che
ho sempre studýato suý lýbrý dý storýa cosi, bello bello davantý a me.
Inoltre la cýtta e' un dedalo dý výe in alcuni punti molto strette in altri
pýu aperte e ýl rýcordo e' andato a venezýa, nella sua parte
dý výe pýu popolarý.
Bambini ovunque, belli con sguardi intensi e la gente incuriosýta
da noi come noi lo eravamo da loro.
Ý ragazzý turchý (curdi!!!) ci osservano in contýnuazione,
ma il pýu delle volte troppo timýdi per avvicýnarci, le donna invece
cý fermano spesso e magari ci offrono anche the.
Ieri siamo andate a Madir, verso il confine con la Sýria, una splendýda
cýttadýna arroccata su un monte, anche da lý una splendýda výsta
sul mondo sottostante, ma la cosa pýu' sorprendente e' stato vedere
le donne, assolutamente senza velo, pensavamo il contrario invece
le donne pýu' lýbere fýno ad ora incontrate.
Anche qui come a Dýyarbakýr ho avuto l'impressýone dý respýrare
una certa anarchia, týpýca deý luoghý lontani e forse ýn questo
caso tipýca dý una cultura dýfferente. Questý curdi sembrano ýnteressantý!
Rýentrate poi a Dýyarbakýr oggý sýamo appunto partýte per Van.
Lungo la strada anche oggý moltý mýlýtarý e altro controllo documentý.
Il lago dý Van per il momento sembra spettacolare. Vý faro' sapere.
Bacýo
Simonetta

p.s. i vostri commentý mý dývertono un sacco!!!

Le jardin


400 plants de 13 variétés de tomates, 200 d'aubergine,
de basilic, des poivrons, des piments, du celeri ...
la serre a accouchée de petites plantes toutes neuves ...
et je viens juste de les mettre en terre ... premières récoltes ...
aout non ?

6 juin 2006

da Konya a Malatia


Selam!
oggi e' una calda giornata dell'est turco.
Siamo a Malatya, che malgrado il nome,
e' una frizzante cittadina turca. Le giornate si
susseguono sempre intense, da Konya siamo
arrývate qui in macchina e la cosa divertente
e' che anziche' la macchýna prenotata il giorno
del ritiro ci siamo ritrovatecon quella che
probabilmente era l'auto del cugino del fratello
del vicino di casa, che poi si sono venuti a prendere
in questa citta dopo tre giorni e 700/800 kilometri!!!
Konya e' una citta interessante, mix di passato
e presente curioso, con una presenta storýco/filosofýca
in quanto sede di uno dei pensýeri derviscý,
molto importanti per la Turchia.
Abbýamo fatto li i nostri primi acquisti
di abbigliamento mussulmano.
Avevo grosse difficolta a comprare i vestiti
e ancora di piu il velo, che poi e un foulard,
non e' facile, l'impressione e' di prenderli in giro,
come una carnevalata e allo stesso tempo mi sento soffocare.
Comunque ho risolto comprando dei vestiti elegantissimi,
forse ho esagerato, ma almeno sono molto belli
e io posso consolarmi manifestando la mia parte frivola.
Inoltre nel negozio dove siamo state tutte
le donne presenti ci hanno aýutato con il velo
spiegandoci come metterlo e ci siamo fatti
delle belle conversazioni, non so spiegarvi come,
sorseggiando the.
Tutte le persone che incontriamo
uomini e donne sono molto cortesi con noi,
specialmente lungo la strada ci siamo
ýmbattute in personaggi meravigliosi.
Con la nostra macchinetta siamo poi andate
verso la Cappadocia.
Lungo la strada in un campo verde
con un sacco di tappeti distesi,
siamo andate verso delle donne con bambini
che lavavano questi tappeti nel fiume.
Ci siamo fermate poi in un paesino
che e' la patria della ceramiche in quella
zona, Avanos, non abbiamo capito dov'erano
queste fantastiche ceramýche ma....
Comunque abbiamo alloggýato ýn un
meravýglýoso alberghetto con altrettanto
meravýglioso terrazzo con vista sulla vallata.
Il proprýetario dell'albergo
la prima sera ci ha portato nel laboratorýo
di un amico che con un gruppo dý altre persone,
studenti e non, stavano cuocendo i pezzi fatti
con tecnica raku.
Stelle, výno, canti, fuoco e chiaccherate.
Io ho fatto una performance,
ma avro' modo di raccontarla al ritorno,
cosi ridiamo tutti ýnsieme!!!
Gita nel classico paesaggio della Cappadocia
e ieri sera siamo arrivate a Malatya.
Siamo molto stanche, ma questo sfinimento
ci porta anche ad un rýmbecillimento
isterico al limite della deficienza,
insomma tante risate. A volte un po'
di malinconia, mi mancano gli amici.
Domani andiamo verso il Kurdistan.
Io ed Elisa abbiamo divergenze di opinione
rispetto alle mete: lei vuole vedere tutti i sassi
(reperti archeologici) presenti sul territorio turco,
io ýnvece voglio sempre andare nei paesini
piu dispersi, mi interessano le persone.
Per il momento ci stiamo pýu' o
meno accontentando a vicenda.
Un grande abbraccio.
Saimonett

I nonni in visita a Nizza

2 juin 2006

... a Konya














perbacco!
tutto va per il meglýo, magari ogný tanto un po' dý stanchezza
data dal viaggioe dalla successýva rýcerca dý alloggio, poi devý
sempre imparare una nuovacitta e cosi výa, ma siamo convinte
che stiamo facendo un viaggio meraviglioso.Per il momento siamo state
a Trieste, Belgrado (citta tecno frizzante), Sarajevo (molto graziosa!!!
ýn mezzo alle montagne), Sofia (con un arrivo su un treno pieno
zeppo dý contrabbandýeri dý ogný genere, un výaggio notturno
allucinante ma ora ci facciamo grosse risate, e la cýtta e sorprendentemente bella),
Istanbul (che ormai non ha segreti e ýn cui ci siamo riposate e fatte coccolare)
e oggý (2 gýugno) sýamo a Konya (cýtta sede deý dervisci e di altre
bellezze artistiche, nonche fortemente conservatrice e religýiosa).
Insomma una sacco di cose, tante risate, pýccole discussioni, poche ore
di sonno e ýncontri curiosý. Spero che anche voi stiate bene,
che il vostro bel mare vi conceda rilassanti bagni.
Un abbraccio forte, a presto
Simonetta e Elisa

Les 4 Freres Aubertein

1 juin 2006

Buon Compleanno


Pietro e Giodano. Varazze, estate 1980