26 février 2007

Le premier étage le lundi

Le repas du dimanche

La ringhiera le samedi

Les Suisses du vendredi

22 février 2007

Pietro o Brazil


Un saluto a mio fratello Pietro che in questo momento si trova
a San Salvador de Bahia per una lunga e riposante vacanza.

20 février 2007

L'atelier de transformation


Voilà la nouveauté, l'atelier de Fred pour transformer le produits.
Oui je sais, pour l'instant on ne voit rien, mais vous'inquietez pas, ça sortirà un jolie chose...

19 février 2007

13 février 2007

Quante cose



La Colle sur Loup e poi Cecile, Blandine, Emile e il trampolino, il brunch con zia Nathalie, zio Emmanuel e cugino Oscar, la bruschetta con gli spinaci dell'orto di Claude e l'uovo in camicia, qui è già primavera, la pioggia e l'arcobaleno dopo l'acquazzone.

P.s. Da venerdì a lunedì siamo a Milano, toccata e fuga per un appuntamento in un negozio di prodotti francesi, Comptoir de France, e per vedere nonno e nonna e poi per andare da Dovetusai, fare un aperitivo, vedere Julia, andare all'Ikea...

Turco.jpg


Sto studiando turco. Mi è sempre più chiaro il significato di “come se parlassi turco”. Non si capisce nulla. Che fatica.
E per fortuna che ho abbastanza tempo per studiarlo. Comunque, le cose stanno così, vado tre volte alla settimana, ogni lezione dure tre ore. Nella mia classe ci sono persone provenienti da Spagna, Francia, Bosnia Erzegovina, Slovenia, USA, Cina, Nigeria e uno nuovo che non ho capito di dove sia, ma dai suoi tratti direi essere mediorientale. La nostra insegnante è ovviamente turca. Il metodo non mi fa impazzire, è della serie “the pen is on the table”, quindi si tratta di studiare a memoria frasi che molto probabilmente non ti capiterà di usare spesso nella vita quotidiana. Inoltre nelle tre ore di lezione si fanno un sacco, ma veramente un sacco, con spiegazioni velocissime e molta pratica fra di noi, ma appunto parlando di
candelabri sul tavolo e cani in giardino. Andando un giorno sì e l’altro no è obbligatorio studiare almeno un giorno sì e l’altro no, credo che perdere anche solo una lezione o anche un solo giorno di studio potrebbe diventare un vero dramma. Tutto questo comunque mi diverte molto. Adesso faccio più attenzione a come parlano le persone fra loro, almeno cercando di individuare il soggetto nelle loro frasi, e, come fanno i bambini appena imparano a leggere, andando in giro leggo tutti i cartelli e le insegne. La pronuncia è facile, si legge come si scrive, a parte alcune piccolissime differenze rispetto l’italiano. Per esempio la G si legge GH e la C si legge GI. Poi ci sono altre lettere, come la ö, la ü, la ç che si legge ci, la s con l’ondina sotto (non so come si chiami) che si legge sc, la i senza puntino che si pronuncia con la gola, la g con la barretta sopra (non so come si chiami) che non si pronuncia ma viene allungata la vocale che la precede. Sembra complesso ma vi assicuro che questa è la parte facile. Le frasi si costruiscono in maniera macchinosa e meccanica, con suffissi vari che definiscono forma interrogativa, locazione, persona ecc, come un puzzle. Ogni suffisso varia in base alla parola che lo precede….Uf, ho già
mal di testa!!! Per quando riguarda l’aspetto lavorativo invece ciccia, ad ogni appuntamento capisco sempre di più che qui la cosa si fa complessa, per cui se magari qualcuno di voi potesse imparare il turco mi aiuterebbe un sacco a praticarlo
quando torno. Chi si offre?

Bacio.

p.s. Il problema delle sopracciglia l’avrei accantonato, anche se una volta parlandone con Dilek, mi ha detto che le mie sopracciglia sono “originali”. Capisco ovviamente che parlando lei solo turco le conversazioni fra noi sono ridotte alle parole elementari, ma in questa sua risposta ci ho letto di tutto. Avrà voluto dirmi che sono chip o che sono speciali, che sono trash o che sono assurde? Adesso la mia nuova fissazione sono le mani, caspita, anche quelle qui sono curatissime, e senza magari arrivare ai livelli di Lilli in Costarica, devo ammettere che me le sto curando un po’ di più. :-)

9 février 2007

La nouvelle maison des oies


Frédéric m'a dit que nous aurons la meme pour nous,
mais en un peu plus grand ...

La zuppa di pesce

6 février 2007

La Simo e la Dilek


Sono ancora qui ad Istanbul, sempre senza lavoro ma alla ricerca. Qualche appuntamento e niente più per il momento.
Oggi mi sono però iscritta al corso di lingua turca, mi sono stancata di trovarmi a fare grandi sospiri e grandi sfogliate di dizionario ogni volta che incontro persone che parlano solo turco. Avevo iniziato a studiarlo da sola, ma adesso conosco diverse parole che poi non riesco a mettere insieme in una frase compiuta. Forse però il vero motivo per me di sapere il turco è di conversare con Dilek, la ragazza della foto, ovviamente la bionda, la mora sono io. Parla solo turco e l’ho conosciuta qui lo scorso gennaio, da allora non ci siamo più perse di vista. Ovviamente io e lei abbiamo un problema logistico di linguaggio, ma siamo, malgrado questo, riuscite a costruire un legame molto forte, di quelli sotto pelle, che passano dal cuore, alla testa fino alla pancia. Dato che il mio turco va migliorando e il suo inglese consiste ora in 20 parole, adesso la nostra comunicazione va molto meglio rispetto alle prime volte, poi abbiamo un nostro personale codice e nei momenti veramente “down” accalappiamo il primo che passa e chiediamo di fare da traduttore, questo comporta che spesso le nostre vite private siano state raccontate ad estranei!!! Ma va beh… anche questo è interessante.
Devo subito dire che lei è curda, non turca, cosa che tutti i curdi tengono a sottolineare e a farti sapere subito. L’altra cosa che subito ha tenuto a sottolineare, e a chiedermi, è l’appartenenza politica, nonché religiosa, e in entrambi i casi ci siamo trovate uguali. Una sera di aprile mi portò in un luogo non ben precisato, dove stavano preparando materiale vario per la
manifestazione del primo maggio, e qui la polizia non va tanto per il sottile in quest’occasione. Un anno caricò le donne che manifestavano l’8 di marzo. Uno dei desideri della mia vita è di partecipare ad una manifestazione del primo maggio con lei, qui, o in Canada, o in Italia, ovunque. Dilek (=augurio) ha una meravigliosa bambina, Eylül (=settembre) di 6 anni,
che è l’affettuosità fatta a persona, anzi a personcina. Stare in loro compagnia ti fa sentire una persona speciale e fortunata, sono delle grandi coccolone. Ora si è sposata con un ragazzo iraniano che vive in Canada, quindi presto lo raggiungeranno là. Ovviamente sono felicissima per loro, qui il desiderio di molti è di poter lasciare il paese, cosa non facile per i turchi,
anche solo uscire per un breve periodo è complesso. Cose sempre le cose hanno più punti di vista, c’è di pagherebbe per lasciare la Turchia (specialmente nel viaggio di quest’estate più di una persona mi ha chiesto di aiutarla a venire in Europa) e c’è chi, come me, ce la sta mettendo tutta per rimanervi. Io e lei ci vediamo qualche volta la sera, adesso abbiamo anche il nostro locale di riferimento, gestito da suoi amici, quindi passiamo seratine a chiacchierare in turco/italiano/francese/ inglese, disegni, gesti, musica, un sacco di thè e tante sigarette, questi fumano come turchi!
Lei adora ballare. Qui si balla tutti insieme tenendosi per mano, le persone agli estremi tengono nella mano non occupata dal compagno, un fazzoletto che agitano. Non ho ancora capito bene quale sia la logica, ma credo che uno dei due esterni guidi i passi, e quindi scandisce anche il ritmo. Scusate, il tutto è molto più semplice di quanto possa sembrare dalla mia descrizione, magari possiamo provarci la prima volta che passate da queste parti. Ma fatelo prima di maggio, che poi la cara Dilek ci va a ballare in Canada! Bacio.

P.s. Le donne qui mi guardano in modo strano perché io, a differenza loro, non mi curo e disegno le sopracciglia, e quindi mi sa tanto che devo sembrare ai loro occhi una specie di babbo natale peloso con i miei due cespugli neri.
Credo sia come quando da noi in estate vediamo ragazze con gambe non depilate!

3 février 2007

Il corridoio è finito...quasi



Il corridoio è quasi finito, manca ancora qualche piccolo dettaglio compresa la ringhiera "salva bambino" che non è proprio un dettaglio, però al momento ovviamo con qualcosa d'altro. In generale ci sono ancora parecchie cosine da fare, ma io e Fred adesso ci fermiamo perché siamo morti !