
Sono ancora qui ad Istanbul, sempre senza lavoro ma alla ricerca. Qualche appuntamento e niente più per il momento.
Oggi mi sono però iscritta al corso di lingua turca, mi sono stancata di trovarmi a fare grandi sospiri e grandi sfogliate di dizionario ogni volta che incontro persone che parlano solo turco. Avevo iniziato a studiarlo da sola, ma adesso conosco diverse parole che poi non riesco a mettere insieme in una frase compiuta. Forse però il vero motivo per me di sapere il turco è di conversare con Dilek, la ragazza della foto, ovviamente la bionda, la mora sono io. Parla solo turco e l’ho conosciuta qui lo scorso gennaio, da allora non ci siamo più perse di vista. Ovviamente io e lei abbiamo un problema logistico di linguaggio, ma siamo, malgrado questo, riuscite a costruire un legame molto forte, di quelli sotto pelle, che passano dal cuore, alla testa fino alla pancia. Dato che il mio turco va migliorando e il suo inglese consiste ora in 20 parole, adesso la nostra comunicazione va molto meglio rispetto alle prime volte, poi abbiamo un nostro personale codice e nei momenti veramente “down” accalappiamo il primo che passa e chiediamo di fare da traduttore, questo comporta che spesso le nostre vite private siano state raccontate ad estranei!!! Ma va beh… anche questo è interessante.
Devo subito dire che lei è curda, non turca, cosa che tutti i curdi tengono a sottolineare e a farti sapere subito. L’altra cosa che subito ha tenuto a sottolineare, e a chiedermi, è l’appartenenza politica, nonché religiosa, e in entrambi i casi ci siamo trovate uguali. Una sera di aprile mi portò in un luogo non ben precisato, dove stavano preparando materiale vario per la
manifestazione del primo maggio, e qui la polizia non va tanto per il sottile in quest’occasione. Un anno caricò le donne che manifestavano l’8 di marzo. Uno dei desideri della mia vita è di partecipare ad una manifestazione del primo maggio con lei, qui, o in Canada, o in Italia, ovunque. Dilek (=augurio) ha una meravigliosa bambina, Eylül (=settembre) di 6 anni,
che è l’affettuosità fatta a persona, anzi a personcina. Stare in loro compagnia ti fa sentire una persona speciale e fortunata, sono delle grandi coccolone. Ora si è sposata con un ragazzo iraniano che vive in Canada, quindi presto lo raggiungeranno là. Ovviamente sono felicissima per loro, qui il desiderio di molti è di poter lasciare il paese, cosa non facile per i turchi,
anche solo uscire per un breve periodo è complesso. Cose sempre le cose hanno più punti di vista, c’è di pagherebbe per lasciare la Turchia (specialmente nel viaggio di quest’estate più di una persona mi ha chiesto di aiutarla a venire in Europa) e c’è chi, come me, ce la sta mettendo tutta per rimanervi. Io e lei ci vediamo qualche volta la sera, adesso abbiamo anche il nostro locale di riferimento, gestito da suoi amici, quindi passiamo seratine a chiacchierare in turco/italiano/francese/ inglese, disegni, gesti, musica, un sacco di thè e tante sigarette, questi fumano come turchi!
Lei adora ballare. Qui si balla tutti insieme tenendosi per mano, le persone agli estremi tengono nella mano non occupata dal compagno, un fazzoletto che agitano. Non ho ancora capito bene quale sia la logica, ma credo che uno dei due esterni guidi i passi, e quindi scandisce anche il ritmo. Scusate, il tutto è molto più semplice di quanto possa sembrare dalla mia descrizione, magari possiamo provarci la prima volta che passate da queste parti. Ma fatelo prima di maggio, che poi la cara Dilek ci va a ballare in Canada! Bacio.
P.s. Le donne qui mi guardano in modo strano perché io, a differenza loro, non mi curo e disegno le sopracciglia, e quindi mi sa tanto che devo sembrare ai loro occhi una specie di babbo natale peloso con i miei due cespugli neri.
Credo sia come quando da noi in estate vediamo ragazze con gambe non depilate!